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Probiotici, microbiota intestinale e Covid-19

E’ ormai noto il ruolo dei probiotici, batteri vivi, nella modulazione del microbiota intestinale del sistema immunitario e nella prevenzione delle infezioni.
La composizione del microbiota intestinale può influenzare la severità del COVID-19 ed anche il modo con cui il sistema immunitario risponde all’infezione.
Da quanto emerge, quindi,  da una review del Policlinico “A. Gemelli” di Roma, il MICROBIOTA potrebbe rappresentare una nuova incredibile opzione terapeutica o, almeno, una scelta terapeutica adiuvante per mitigare la malattia da SARS-CoV-2.
L’ipotesi è che una dieta alimentare corretta ed una giusta integrazione con Prebiotici e Probiotici sia in grado di riequilibrare la  composizione dei batteri intestinali e limitare l’infezione da Covid-19. 

Un ruolo importante nella migrazione dell’agente virale dalle vie aeree, le più a contatto con l’esterno e quindi facilmente infettabili, a livello intestinale è probabilmente da ricondurre alla presenza di un “asse intestino-polmone”. L’interazione potrebbe essere mediata dalle rispettive popolazioni batteriche locali che spiegherebbe anche la diversa suscettibilità all’infezione tra gli individui. Considerare anche l’apparato gastrointestinale come sede di infezione e, di conseguenza, di possibile trasmissione sembra stia diventando  fondamentale nella corretta gestione dell’emergenza.

Sintomi gastrointestinali e coronavirus

A dimostrare il coinvolgimento intestinale sono non solo i sintomi gastroenterici che si presentano in circa il 40% dei pazienti (diarrea nausea e vomito, dolore addominale) ma anche la presenza di RNA virale nelle feci dei pazienti, talvolta anche con negatività al test respiratorio. Nello specifico il principale target del virus ossia l’enzima ACE2 (Angiotensin Conversion Enzyme 2) è espresso soprattutto nelle cellule polmonari ma anche in quelle intestinali. Una volta che l’infezione è iniziata si attiva anche una cascata infiammatoria e immunitaria con il rilascio di citochine quali IL-12, IL6, IL17 e il fattore di necrosi tumorale [TNF] che mediano la risposta locale e sistemica. Attore importante nel panorama infiammatorio e immunitario è però anche il microbiota.
Il microbiota intestinale infatti è fondamentale nello sviluppo e regolazione del sistema immunitario che, a sua volta, ne influenza la composizione e caratteristiche.
Nonostante la numerosità nettamente inferiore dei batteri che popolano le vie respiratorie rispetto all’apparato gastrointestinale, il microbiota polmonare condivide con quello intestinale la maggior parte dei phyla e dei relativi rapporti di abbondanza.
Condiviso sembra anche il ruolo nel favorire la maturazione e omeostasi del sistema immunitario locale. Una disbiosi a livello intestinale potrebbe quindi aumentare le probabilità di contrarre l’infezione da COVID-19 e/o influenzare la gravità della sintomatologia mediando la risposta immunitaria.

Recenti evidenze supportano inoltre una vera e propria connessione bidirezionale tra i due microbiomi (polmonare e intestinale) che prende il nome di “asse intestino-polmoni”. Il trapianto di microbiota intestinale ha, ad esempio, dimostrato di impattare la composizione batterica polmonare. Anche il sistema linfatico sembrerebbe essere partecipe. In caso di infiammazione infatti, cellule linfoidi residenti nell’intestino e deputate alla riparazione possono traslocare a livello respiratorio.
In pazienti con sindrome respiratoria acuta (ARDS), tipica anche di questa infezione, il decorso della patologia ha difatti mostrato correlazione con la composizione del microbiota intestinale. Nel caso specifico di pazienti COVID questo rapporto rimane tuttavia da dimostrare. Oggi infatti, dato il poco tempo trascorso dall’inizio della pandemia, non è ancora possibile affermare con certezza l’implicazione dell’asse intestino-polmone in casi di SARS-CoV-2 ma sta prendendo piede ormai l’ipotesi di intervenire sulla componente batterica intestinale per migliorare la sintomatologia o ridurre la suscettibilità al contagio.
Quello che è certo è che è possibile fare prevenzione partendo da una dieta sana, riprendere a fare attività fisica, allentare le tensioni nervose e considerare un’adeguata INTEGRAZIONE PROBIOTICA. 

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